LA GRANDE GUERRA
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L’evento che cambiò tutto
La Grande Guerra del 2077 rappresenta l’evento apocalittico che ha trasformato radicalmente non solo l’Italia, ma l’intero pianeta. Durata appena due ore, ha ridefinito la geografia mondiale e segnato l’inizio di un’era completamente nuova. A differenza di altri paesi, l’Italia ha subito un bombardamento nucleare relativamente selettivo, ma con conseguenze devastanti a lungo termine.
Cronologia degli impatti sul territorio italiano
Fase iniziale (Ore 9:42 - 10:15, 23 ottobre 2077)
- Primo impatto: Milano, colpita da 2 testate da 200 kiloton, con distruzione completa del centro urbano e dell’area metropolitana
- Impatto consecutivo: Torino, colpita 7 minuti dopo Milano
- Bombardamento simultaneo delle principali basi NATO nel Nord Italia
- Attacchi mirati su tutti i principali nodi di comunicazione della Pianura Padana
Fase centrale (Ore 10:15 - 10:40, 23 ottobre 2077)
- Impatto devastante su Roma: 3 testate di potenza superiore (500 kiloton) creano il vasto cratere che oggi caratterizza l’area
- Bombardamento delle coste: Colpiti i principali porti militari e civili da Genova a Taranto
- Esplosioni mirate su infrastrutture energetiche e dighe strategiche nelle Alpi e Appennini
Fase finale (Ore 10:40 - 11:30, 23 ottobre 2077)
- Impatti dispersi su installazioni militari minori e città di media grandezza
- Bombardamento tattico delle principali vie di comunicazione nord-sud
- Ultima testata caduta a Napoli alle 11:27, considerata ufficialmente la fine della Grande Guerra sul suolo italiano
La mappa degli impatti
Gli impatti delle testate nucleari hanno seguito un modello strategico chiaro, concentrandosi su:
- Centri decisionali: Milano, Roma, Torino e Napoli
- Nodi logistici: Porti principali, aeroporti strategici e snodi ferroviari
- Infrastrutture critiche: Centrali elettriche, dighe, depositi di carburante
- Installazioni militari: Basi NATO, bunker di comando, sistemi di difesa missilistica
La distribuzione degli impatti ha generato quello che oggi viene chiamato “Pattern a Croce”, con una linea di distruzione est-ovest nella Pianura Padana e una linea nord-sud lungo l’asse della penisola.
Le conseguenze immediate delle esplosioni nucleari furono devastanti:
- Crateri primari: Voragini di dimensioni variabili tra i 2 e i 6 km di diametro, con il più grande a Roma
- Zone di distruzione totale: Aree di 15-30 km intorno ai punti di impatto, con rasi al suolo di ogni struttura
- Incendi estesi: Tempeste di fuoco che hanno consumato intere regioni, specialmente nelle aree boschive del Centro Italia
- Tsunami radioattivi: Onde anomale generate dagli impatti costieri, che hanno risalito fiumi e ridisegnato estuari e lagune
- Collasso delle infrastrutture: Interruzione immediata di elettricità, acqua, comunicazioni e trasporti in tutto il paese
Le settimane nere
Il periodo immediatamente successivo alla Grande Guerra è conosciuto come “Le Settimane Nere”, caratterizzato da:
- Inverno nucleare locale: Una coltre di polveri e ceneri che ha oscurato il cielo per circa 3 settimane
- Piogge nere: Precipitazioni contaminate che hanno diffuso la radioattività ben oltre le zone di impatto diretto
- Tempeste elettromagnetiche: Fenomeni che hanno distrutto qualsiasi dispositivo elettronico sopravvissuto
- Terremoti secondari: Scosse sismiche innescate dalle esplosioni, che hanno causato ulteriori danni strutturali
- Spostamenti di massa: Movimenti disordinati di sopravvissuti dalle città verso le campagne
Effetti a medio termine (2077-2100)
Nei due decenni successivi alla Grande Guerra, il territorio italiano ha subito trasformazioni profonde:
- Innalzamento progressivo dei mari: Iniziato lentamente nel 2080, accelerato drasticamente dopo il 2085
- Mutazioni della flora e fauna: Comparse dopo circa 5-7 anni nelle zone a media radioattività
- Formazione delle prime “zone anomale”: Aree con fenomeni fisici inspiegabili, emerse intorno al 2090
- Riconfigurazione dei sistemi fluviali: Fiumi che hanno cambiato corso o formato nuovi bacini
- Microclimi anomali: Formazione di aree con condizioni climatiche completamente diverse da quelle circostanti
La mappa delle radiazioni
Il livello di contaminazione radioattiva ha seguito un pattern complesso che ha definito le future zone abitabili:
- Zone Nere: Aree con radioattività letale anche oggi, corrispondenti ai crateri di impatto diretto
- Zone Rosse: Territori con alta radioattività, abitabili solo da creature mutate
- Zone Ambra: Aree con radiazioni moderate, pericolose per esposizioni prolungate
- Zone Verdi: Regioni con livelli di radiazione relativamente sicuri, dove si sono sviluppati i principali insediamenti
La peculiare circolazione dei venti e le caratteristiche orografiche hanno creato un mosaico di zone contaminate e sicure, spesso adiacenti tra loro, contribuendo alla frammentazione territoriale attuale.
Conseguenze geologiche a lungo termine
La Grande Guerra ha innescato cambiamenti geologici che continuano a manifestarsi:
- Riattivazione vulcanica: Aumento dell’attività dei vulcani italiani, con nuove eruzioni dell’Etna, Vesuvio e Campi Flegrei
- Alterazione delle falde acquifere: Contaminazione e modifiche nei percorsi delle acque sotterranee
- Accelerazione dei processi erosivi: Intensificati dall’assenza di manutenzione umana e dalla nuova vegetazione
- Modifiche tettoniche: Microfratture nella crosta terrestre che hanno alterato la sismicità della penisola
- Subsidenza e sollevamenti: Abbassamenti e innalzamenti di intere aree geografiche, particolarmente evidenti in Pianura Padana e Puglia
I sopravvissuti e l’adattamento al nuovo ambiente
La risposta umana agli sconvolgimenti geografici definì i futuri insediamenti:
- Rifugiati delle alture: Comunità formatesi sui rilievi collinari e montani, meno colpiti dalle radiazioni
- Popoli dei Vault: Gruppi emersi dai rifugi sotterranei dopo 20-80 anni, che si stabilirono in zone pre-selezionate
- Comunità del mare: Aggregazioni di sopravvissuti lungo le coste meno contaminate, antenati delle attuali comunità marittime
- Nomadi delle Zone: Gruppi che impararono a muoversi tra le aree contaminate, sviluppando resistenza alle radiazioni
Il nuovo equilibrio (2100-2277)
Nel corso dei due secoli successivi, si è stabilito un nuovo equilibrio ecologico e geografico:
- Stabilizzazione dei livelli del mare: Raggiunta intorno al 2150, con la definizione delle attuali linee costiere
- Adattamento della vegetazione: Foreste mutate che hanno colonizzato anche le Zone Ambra
- Formazione di nuovi ecosistemi: Habitat completamente nuovi nelle zone più colpite
- Cicli climatici alterati: Stagioni con caratteristiche diverse rispetto all’era prebellica, ma relativamente prevedibili
- Vie di comunicazione naturali: Nuovi percorsi definiti dagli spostamenti umani e animali
Tendenze recenti (2277-2293)
Negli ultimi sedici anni si sono registrati alcuni cambiamenti significativi:
- Lieve regressione marina: Un abbassamento di circa 20-30 cm del livello del mare, che ha riportato all’emersione alcune aree costiere
- Diminuzione della radioattività: Alcune Zone Rosse sono passate alla classificazione Ambra, permettendo una limitata esplorazione
- Stabilizzazione geologica: Riduzione dell’attività sismica in diverse aree della penisola
- Consolidamento degli ecosistemi: Maggiore stabilità delle comunità biologiche, con minor frequenza di mutazioni spontanee
- Apertura di nuovi passaggi: Frane e assestamenti naturali hanno reso accessibili aree precedentemente isolate